mercoledì 21 gennaio 2009

A blog unificati con Makitevole: La prima notte di un ex presidente

Un uomo sta parlando ad una marea di persone. Con le sue parole ha riacceso una speranza. Poco più là, rimbacuccato dentro il suo cappotto d'ordinanza, è seduto il suo predecessore, piccolo e tremante come un cucciolo di chihuahua. Sulle labbra ha una smorfia, una specie di sorriso stiracchiato, e guarda quella folla immensa fino all'orizzonte che è lì, ma non per lui.
La cerimonia è finita e lui, insieme a sua moglie, torna nel suo albergo a cinquanta stelle, ma non riesce a prendere sonno perchè una domanda lo tormenta.
"Cara" dice. "Anche tu pensi che il mondo mi ricordi come il peggiore di tutti?"
"Ma no, caro" risponde lei. "Hai fatto tutto quello che c'era da fare, per il bene di tutti."
Entrambi poi si girano sul fianco e, allungando un braccio, spengono la luce augurandosi la buonanotte.
A qualche chilometro di distanza, una donna, in una casa buia che presto verrà pignorata, sta pregando. La luce tremula di una candela accende un sorriso stampato su una parete decorata con alcune medaglie, l'ultimo ricordo di un figlio che non c'è più.

martedì 20 gennaio 2009

Una nuova avventura

Da cosa nasce cosa, ci capita di dire qualche volta.
Attraverso i blog sono entrato in sintonia con alcune persone che da oggi mi hanno dato la possibilità di scrivere insieme a loro su un altro blog.
Continuerò a scrivere sui miei, ma d'ora in poi potrete leggere alcuni interventi anche sul Makitevole.

lunedì 19 gennaio 2009

Voglia di ridere

Vi capita mai di svegliarvi al mattino con un grido ed una canzone in testa che mai e poi mai avreste canticchiato? E vi sentite bene e avete voglia di ridere.
E' quello che mi è capitato ieri, una domenica normale, come tante altre, iniziata con una visita alla tomba di mia madre, perchè sarebbe stato il suo compleanno. Pensando a questo, non ci sarebbe stato motivo di avere tutta questa voglia di ridere.
Una cosa strana, tuttora inspiegabile, eppure quel grido e quella canzone non volevano togliersi dalla testa: Uauh! I feel good! tarataratarata.
Questo "stato di grazia" è andato avanti per tutta la giornata, con la decisione di andare a vedere un film con il solo intento di fare due risate, un film che, probabilmente, in altre occasioni non avrei mai cercato. E invece eccomi lì, a navigare su internet per studiare le programmazioni della multisala: Australia, Madagascar, Le sette anime, Yes man, e poi, boh, tanti altri fino a... Natale a Rio.
Eccolo, l'ho scovato. Voglio andare a vedere quello. Cinzia, mia moglie, mi guarda strano per tutte queste novità: non sono un frequentatore assiduo di cinema e, soprattutto, di quel genere di film.
Ma è comprensiva e acconsente.
Arrivati al cinema e vista la fila alle casse, in tempi "ordinari" forse avrei dato in escandescenza. Invece niente, non faccio una piega, e dopo venti minuti esco dalla bolgia con i biglietti in mano, giusto in tempo per correre verso la sala, incontrare un amico che non vedo da anni, ma che non posso salutare se non con un rapido gesto della mano, entrare, mettersi a sedere e vedere le luci che si spengono.
Il film scorre, con il solito cliché di gags ed equivoci tipici di quei film. Eppure rido, rido di gusto.
Il motivo di tanta voglia di ridere è rimasto un mistero e questa mattina, al risveglio, avevo ancora quel grido in testa:
Uauh! I feel good, tarataratarata.

domenica 18 gennaio 2009

A proposito di età

In questi giorni ho avuto modo di riflettere sull'età perchè, avendo compiuto gli anni recentemente, ho dovuto ribattere a coloro che ci scherzavano su.
Mi sono tornate in mente alcune parole dette da persone un po' di tempo fa, amici attuali o amici di una volta: quelle di una amica di scuola, che non venne ad un ritrovo con gli altri compagni di classe, dopo venti anni dal diploma, perchè aveva il timore di sembrare terribilmente invecchiata e triste, riflessa opacamente negli occhi degli altri. Quelle di un amico al quale contestai la sua affermazione secondo la quale i venti anni sono sempre i migliori; mi disse che dicevo così per consolarmi del fatto che gli anni passano.
Io ho sempre creduto che ogni età è giusta in quell'età. A diciotto anni si fanno le cose tipiche di quell'età; ci si sente forti, invincibili, siamo pieni di energia, vogliamo conquistare il mondo e, soprattutto, nella maggior parte dei casi siamo senza problemi e responsabilità. Poi si cresce e si matura. Le cose cambiano e cominciamo a ragionare in maniera un po' diversa.
Cambiamo un po' fuori, ma dentro siamo molto più ricchi. Personalmente sono riuscito ad esprimermi molto meglio intorno ai quaranta che non intorno ai venti anni. Forse perchè ho trovato un equilibrio personale e familiare, forse perchè con la maturità e l'esperienza acquisite mi sono reso conto che potevo tirar fuori ciò che da giovane non ero riuscito a tirar fuori. E la voglia di conoscere qualcosa in più mi ha accompagnato e mi sta accompagnando. Interessi che prima non sapevo di avere sono usciti fuori prepotentemente: imparare a nuotare a trentanove anni, conoscere nuove lingue, fare corsi di vario genere, la scrittura stessa.
E' tutto un percorso che facciamo e che continua anche oltre gli anni della cosiddetta giovinezza; non è una ruga in meno o un capello in più che ce la indicano, non è la parte esteriore, ma quella interiore che rivela la nostra età.
Rispondendo ad un amico molto più giovane di me, buffo e spiritoso, che mi ha fatto gli auguri scherzando sui miei (pochi) capelli brizzolati e sui miei quarantaquattro anni, ho risposto dicendo che l'età non è altro che un'entità astratta che si materializza solo sui documenti.
Sarà anche vero che chi si contenta gode, ma io dico: Viva gli "anta"!

domenica 11 gennaio 2009

Notizie di ordinaria quotidianità

Vigilanza Rai, carri armati israeliani a Gaza City, Pdl e Pd, ragazze molestate, pedoni uccisi da auto pirata, disabili aggrediti. Crisi, guerre, violenze, e poi ancora crisi, guerre e violenze.
Fra tutte queste notizie lette sul Corriere online, mi ha dato nell'occhio una notizia riguardante i clochard, perchè ne ho parlato... beh, questo non ve lo posso ancora dire.
Persone che non hanno niente, ma che rifiutano di andare a dormire nei dormitori per non perdere quel niente. Uno di loro ha detto: "Ho tutto quello che serve per passare l'inverno: una coperta, un piumino, un cappello di lana che mi ha regalato un passante e un Vangelo. Non voglio altre coperte e nemmeno altri indumenti perché potrebbero servire ad altre persone."
Una coperta, un piumino, un cappello e un Vangelo.
Non una coperta in più, non un indumento in più: potrebbero servire ad altre persone.

venerdì 9 gennaio 2009

Una nuova rubrica

Prossimamente inserirò una rubrica dal titolo "Le pagelle di Ben", in cui esprimerò il mio parere su qualcosa, sia esso un libro, una trasmissione televisiva, un film o altro ancora, nello stesso modo che farebbe una persona qualunque, in tono talvolta serio, altre volte un po' meno, ma soprattutto senza presunzione.
Un gioco, insomma, niente di più, come le pagelle che si leggono sui giornali sportivi, dove ad essere giudicati sono atleti ed arbitri, oppure come accade in alcuni programmi televisivi, dove ad essere valutati sono cantanti, attori, politici e chi più ne ha ne metta.
Per fare un esempio inserirò il parere che espressi qualche tempo fa a proposito di un libro.
E poi si vedrà... che voto mi darete.

lunedì 5 gennaio 2009

All'alba del nuovo anno...

Il Rifugio riapre i battenti

Buon anno a tutti voi!
Con un nuovo look (mi raccomando, non sparate a zero) e dopo una pausa abbastanza lunga, il Rifugio riapre, sperando di poter contare ancora sulle visite dei suoi "avventori" abituali, che hanno contribuito ad animarlo, ed invitando ad entrare coloro che fino ad oggi si sono timidamente affacciati.
Ma voglio subito cercare la vostra collaborazione, facendo una domandina facile facile, e che in questi giorni non è stata fatta da nessuno:
Qual è il sogno che vorreste vedere realizzato nel 2009?