domenica 23 marzo 2014

Ai "miei" Custodi

Buongiorno Custodi!
Oggi mi sono preso un po’ di riposo. La notte, per me, dopo questi eventi, è quasi sempre bianca.
Questa rappresentazione è stata come una corsa ad ostacoli, ma alla fine li abbiamo superati tutti.
E’ stata molto più faticosa delle volte precedenti, estenuante per certi versi, e priva di certezze fino ai saluti finali. Sono contento, molto contento, ma non sono riuscito a godermi a pieno la straordinaria prova di ieri sera. Anzi, a dire la verità, non vedevo l’ora che tutto finisse il più velocemente possibile.
Spesso, in questi mesi, ho avuto la sensazione che I Custodi fossero abbandonati a se stessi, soprattutto da chi, per primo, doveva credere in loro e sostenerli, quasi fossero un corpo estraneo da sopportare.
Ma al di là dei miei sentimenti personali, niente toglie alla vostra prova di ieri. Siete stati straordinari, direi una prova di carattere, come quei campioni che danno il meglio di sé proprio nel momento giusto, quando c’è bisogno del loro apporto, del loro talento, del loro orgoglio, del loro cuore.
Già ieri sera, a caldo, ci hanno chiesto di ripeterla fra qualche mese. A caldo, rispondo che ci devo pensare.
Vi abbraccio e vi ringrazio per l’ennesima emozione che mi avete fatto vivere.


sabato 15 marzo 2014

La bottega dell'orefice - Andrzej Jawien (Karol Wojtyla)



Tre storie, di altrettante coppie, che si succedono fra riflessioni e scelte di vita.
La prima storia, quella di Andrea e Teresa, vede un matrimonio che va bene ma che viene minato dagli eventi della vita.
La seconda, quella di Anna e Stefano, naufraga nella reciproca indifferenza.
La terza, quella di Monica e Cristoforo, i figli delle due coppie, che portano con sé il bagaglio ricevuto dai genitori: tanto amore lui, tanti dubbi lei, ma che hanno dentro di sé un amore molto profondo, capace di sconfiggere dubbi e paure, l’amore di Dio, l’unico amore che sa congiungere ciò che è diviso.
Karol Wojtyla, nel descrivere il rapporto coniugale, descrive  il matrimonio come sacramento, dove è presente colui che rende possibile l’unione eterna degli sposi.

La bottega dell’orefice è una grande metafora sul matrimonio il cui valore, oggi, sembra quasi sminuito, messo in discussione, tanto che a pronunciare la parola “matrimonio” sembra di andare controcorrente. Karol Wojtyla si avvale di molti simboli per farci capire la forza di questo Sacramento fra uomo e donna, che attraverso il loro amore e la loro unione incarnano l’amore dello Sposo, cioè Cristo, per la sua chiesa, cioè le persone che credono in lui.
Fra i vari simboli troviamo la bottega, nelle cui vetrine si specchiano i dubbi e le fragilità dei vari personaggi.
Ci sono le fedi, segno dell’indissolubilità del matrimonio cristiano, contro la paura di fare scelte definitive, contro la cultura del provvisorio. Amore come relazione che cresce, come insieme crescono gli sposi (come ha detto Papa Francesco).
C'è l’orefice, che pesa simbolicamente l’intensità e la qualità dell’amore, invitando a riflettere. E’ la presenza stessa di Dio, che segue, discreto, le vicende dei suoi figli, facendosi custode del loro amore.
C'è Adamo, la figura che guida, che consola ed è presente nella vita di tutti i personaggi, che ci fa capire che l’amore non può fermarsi alla persona che amiamo, ma che il matrimonio è la strada che ci conduce a Colui che è la risposta per la felicità dell’uomo, cioè lo Sposo, Cristo, che assume per noi il volto della persona amata.
L’uomo non deve fermarsi all’attimo, ma occorre indagare l’assoluto dell’Amore nella sua completezza.